Dolce e amaro

1° dicembre
Potrebbe sembrare che io abbia qualcosa da raccontare  solo in occasione di date particolari, ma vi assicuro che non è così. Semplicemente in Germania mi sono ambientata così bene, che mi fermo a pensare alla mia esperienza all'estero raramente e non realizzo che aver avuto la possibilità, il coraggio e la voglia di lasciare la propria famiglia, i propri amici, le proprie sicurezze e il cibo italiano  a 17 anni è una cosa (permettetelo) fuori dal comune.
Detto questo vi starete chiedendo come mai proprio oggi ho deciso di scrivere questo post. Ebbene ieri, dopo nove ore di scuola, sono tornata a casa e sono salita in camera mia. E fin qui nulla di speciale, se non fosse che mia mamma-ospitante (Claudia) avesse appeso all'armadio di camera mia un calendario dell'avvento personale.
La mia prima reazione è stata tipo: ok è per me? davvero? c'è qualcuno anche qui in Germania che ha dedicato così tanto tempo a me? wow!
Ovviamente ho subito ringraziato Claudia, che era soddisfatta e più felice di me per la gioia che provavo.

Poi mi sono buttata sul letto. 
A pensare. 
Questo calendario per me rappresenta molto di più che 24 regali. Per me è una dimostrazione di affetto e soprattutto del fatto che faccio davvero parte della mia famiglia-ospitante, che non ringrazierò mai abbastanza e che continua a dare il meglio di sé per farmi conoscere cultura e tradizioni di questo paese. Quanti altri exchange-student hanno ricevuto un calendario dell'avvento personale? Ora finalmente mi crederete: i tedeschi non sono così rudi e insensibili come sembra. Sono solo (molto) chiusi e hanno bisogno di (molto) tempo per eliminare le loro barriere e lasciarsi andare.
In Germania il Natale è molto più sentito che in Italia: mercatini di natale in ogni città (questo fine settimana mi sono già organizzata per visitarne due diversi), dolci, decorazioni, bazar nelle scuole,... ma lasciamo da parte le tradizioni natalizie, che descriverò sicuramente meglio dopo il 25 dicembre.
Solo ora mi rendo davvero che quest'anno per me il Natale sarà qualcosa di inconsueto. Certo Natale è sempre Natale, regali, cibo, vacanze. Da quando sono piccola però ho sempre festeggiato con la mia famiglia, nonna, zii e cugini. E quest'anno?
Una mia educatrice ha definito il Natale all'estero come il periodò più "süß und sauer". Dolce e amaro.
Guardando i 24 numeri del calendario sono stata percorsa da un brivido.
24 numeri. 
Un conto alla rovescia.
Ad oggi mancano esattamente 73 giorni al mio ritorno in Italia. Non è anche questo un conto alla rovescia?
Entrambe le attese mi spaventano. 
Non posso nascondere il fatto che ora ho "due vite", che sono entrambe stupende ma hanno moltissime differenze e purtroppo  non possono esistere contemporaneamente. Il mio problema è proprio questo: io voglio entrambe le mie "due vite". (eh si sono sempre stata molto pretensiva).Mi mancano le persone in Italia, il mio cane, il mio paese, la mia scuola italiana (il sabato a scuola no però), il cibo italiano, il clima italiano, ma anche qui ho dei rapporti bellissimi, ancora tanti posti da visitare, cose tipiche da provare e una scuola dove i prof insieme ai fogli degli esami consegnano (non sempre) dolci.
La domanda non è più se ho voglia di tornare in Italia o no, perché sinceramente non lo so nemmeno io, ma piuttosto: "sto vivendo al massimo questa esperienza?".
Qualche settimana fa ho stampato le mie foto migliori da quando sono qui. Non ho mai vissuto così tante esperienze, emozioni, scoperte e cambiamenti personali tutti assieme. Tre mesi e mezzo e ho già visitato molti posti. Tre mesi e mezzo in cui ho creato amicizie. Sì, in pochissimo tempo sono riuscita a creare un equilibrio che dovrò abbandonare.
Quando tornerò qui in Germania, non tornerò da turista di questo paese, ma tornerò come turista della mia seconda vita all'estero.
Una delle mie canzoni preferite in questo periodo dice : "dieser Augenblick kommt nie zurück", "questa visione generale non tornerà mai indietro". Coincidenze?


P.s. Ieri ho dovuto aprire la busta della WEP che conteneva una lettera da me auto-scritta all'orientation. Maggio. Avevo così tante domande sul mio futuro e ora, dopo solo sei mesi, riesco a dare molte risposte a me stessa.

Se c'è qualcuno ce legge il mio blog che è intenzionato a fare l'exchange student, seguite il mio consiglio: buttatevi. Non voglio nascondervi nulla, si vivono momenti difficilissimi e non sempre si ha la fortuna di venire ospitati da una famiglia così calorosa, ma nemmeno io ne avevo la certezza prima di partire. E' un'esperienza che vi cambierà per sempre. Tornare a casa non vuol dire tornare indietro.

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